Cosa significa pratica avanzata?

Nel campo dello yoga spesso ci imbattiamo con dei termini di pratica per principianti, intermedia ed avanzata.

Da questo punto di vista si mette più accento sugli asana che sull’intero sistema su cui si basa lo yoga.

È importante capire che fare yoga non riguarda solo il corpo fisico, ma anche il livello mentale. Nel yoga sutra I.2 “yoga chitta vritti nirodha”, Patanjali definisce lo yoga come la cessazione delle fluttuazioni mentali.

Durante le pratiche vengono date molte informazioni fisiche affinché le posizioni avvengano in maniera sicura, ma il fattore che determina il nostro progresso, è la concentrazione. Lo yoga ci porta nel qui ed ora, ci insegna a portare l’attenzione verso il nostro interno e ci dà l’occasione a conoscerci di più. Il mantenere la concentrazione ad ogni fase della pratica, l’entrata alla posa, il mantenimento e l’uscita è ciò che rende un praticante avanzato, poiché corpo, mente e respiro sono un tutt’uno.

Ed è qui la difficoltà, riuscire ad entrare in una certa asana non significa essere principianti. Ognuno di noi ha una struttura anatomica diversa, in più sono da considerare certi aspetti personali (infortuni, attività svolte in precedenza,…).

Una “pratica avanzata” per alcuni possono essere asana che comportano forza ed equilibrio, per altri resistenza nel mantenere certe posizioni, e per altri ancora il riuscire ad abbandonarsi completamente nella fase di rilassamento.

Una pratica adatta a noi è quella che ci permette di lavorare su questi aspetti, andando a coprire le necessità di ogni singolo praticante.

A presto sul tappetino!

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